AsapFanzine Review

Gli Acid muffin sono un power trio che si ispira alle sonorità alternative rock e grunge dei primi anni ’90.Il loro EP Nameless è un’autoproduzione dai validi contenuti, con un suono pulito e potente.Recensione in 10 parole: Pearl jam (sarebbe il riferimento più ovvio, basti ascoltare Bones o la finale Nothing inside), Smashing pumpkins (nei sognanti e distorti assoli di chitarra, come quello finale di Nothing inside, ma anche nei consistenti e caratteristici giri di basso, come quello di On the skin), inglese (il cantato, con pronuncia molto buona), espressiva (la voce), preciso, ricco (il basso), solida (l’architettura di batteria), futuro (un’incognita, per una band che pur avendo trovato il giusto sound si cimenta in un genere il cui sviluppo futuro è un punto interrogativo).asapfanz26

ExtraMusicMagazine Review

Nel marzo del 2012 la prima demo-tape contenente tre brani originali.Ora ”Nameless”, l’Ep d’esordio.Gli Acid Muffin, power trio romano formatosi nel 2010, hanno sicuramente le idee molto chiare.Sanno il fatto loro, sanno verso quale tipo di sound si stanno indirizzando da un po’ di tempo a questa parte e, soprattutto, sanno scrivere e suonare molto bene.Le cinque canzoni racchiuse in questa prima vera e propria produzione discografica denotano una grande compattezza, e ciò non è sicuramente un fattore da sottovalutare, tantomeno da dare così per scontato.Le sonorità dell’Ep risentono moltissimo di tutto quel rock cosiddetto “alternativo” che a cavallo tra la fine degli Ottanta e l’inizio dei Novanta è andato sempre più espandendosi e ibridandosi grazie alla nascita smisurata di strepitose band statunitensi capaci di dare nuova linfa ad un genere, il rock appunto, che proprio in quel periodo necessitava di un totale e sacrosanto rinnovamento.Dunque è da lì che sembrano prendere ispirazione gli Acid Muffin, vale a dire da gruppi come Dinosaur Jr., Jane’s Addiction, Mad Season, Alice In Chains, Soundgarden, The God Machine, L7 e chi più ne ha più ne metta.Chiaramente le componenti sonore del loro stile non si riconducono soltanto a quelle tipicamente americane di inizio anni Novanta.Si avvertono anche elementi propri di quei gruppi sempre d’Oltreoceano che si sono però affacciati sul mercato musicale mondiale soltanto sul finire del secolo scorso.Ecco dunque che il rock prodotto e sviluppato dal complesso capitolino finisca col raccogliere e col rielaborare elementi di grunge, di post-grunge, ma anche di funk e stoner.Già il primo brano in scaletta, ovvero Around The Hole, con il suo roboante riff portante, non fa che mettere in luce un perfetto mix tra il tipico taglio sonoro dei Pearl Jam e il cantato stiloso degli Incubus.Ritmi senza dubbio concitati contraddistinguono anche la successiva Just Another Way.Pure qui il suono è davvero tagliente, accattivante.Con Bones le trame tessute dalle chitarre elettriche di Marco Pasqualucci appaiono meno esplosive, e in effetti il brano appare nel complesso poco tirato e spregiudicato rispetto ai due pezzi precedenti, rivelando perciò un lato non prevedibile della band.Con On The Skin torna a prevalere l’incisività.Questo perché le parti curate dalle chitarre elettriche si fanno di nuovo travolgenti, mentre la sezione ritmica tiene tranquillamente botta.Anche in questo caso è determinante il ruolo rivestito dai riff efficaci di Pasqualucci, i quali vanno a dare estrema intensità ad un brano arrangiato con sapienza.Chiude poi l’Ep la nirvaniana Nothing Inside, traccia meno violenta rispetto a On The Skin, eppure convincente nel suo insieme per il modo in cui la band ha deciso di svilupparla.Insomma, niente male questo nuovo lavoro in studio realizzato dagli Acid Muffin, registrato nel mese di maggio e ultimato nel corso dell’estate (mix e mastering sono stati effettuati a luglio).Certo, sicuramente non straborderà di originalità.Tuttavia la sostanza c’è, ed è inequivocabile.xtm.it/review